giovedì 21 giugno 2012
Julie Lewis
Il bianco della carne che si sradica con violenza dal nero più profondo e sconosciuto. Lasciando l'immaginazione giocare con le forme, con le labbra, con gli occhi. Quegli occhi che svettano come due fontane zampillanti in una piazza di De Chirico.
Viviamo in una miriade di possibilità di contemplazioni, ma non vogliamo vederle, o semplicemente non ne abbiamo il tempo.
Ci pianifichiamo la vita inutilmente, fino al momento in cui sarà troppo tardi per riprendersi quel tempo da noi stessi limitato.
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