lunedì 21 dicembre 2015

Sotto la finestra di camera mia.

Ecco cosa avrei potuto dire a Marika appena prima che se ne andasse da casa mia, il mattino di quella notte inaspettata, dopo che ci eravamo detti tutto quello che non avevamo mai detto a nessuno, che lei è così cinica ma che da piccola suo padre picchiava la mamma, che ogni notte suo papà la teneva sveglia per parlarle in maniera incongrua e grottesca di filosofia, che quando un giorno finalmente suo padre morì Marika per dispetto invitò al funerale tutti i suoi amici. 
Un modo, diceva, di vendicarsi.
Ecco cosa avrei potuto dirle quel mattino, dopo che mi disse in maniera fredda e sfacciata che una volta fece uso di una sostanza per sedare gli animali, che salì sul treno e vide scarafaggi enormi arrampicarsi sui seggiolini; mentre diceva questo immaginavo il suo volto sconvolto, immaginavo i suoi occhi appesantiti da quel trucco dark muovere le pupille senza un senso preciso, me la figurai fare dei piccoli e brevi spostamenti in un'altra dimensione in mezzo a gente razionale che della vita s'intendeva solo di come pagarsi il mutuo o la macchina, o alla meno peggio di come sostenere la propria famiglia. Magari gente indignata di fronte a quel viso che tradiva espressioni facciali anomale e insensate.
Ecco cosa avrei dovuto dirle in quell'istante prima che se ne andasse, dopo che le avevo detto quelle brutte parole perché mi sentivo insicuro, inferiore a lei. Capii che non era la persona che credevo, ma avevo anche capito che nemmeno io lo ero.
Mi aveva preso in giro per tutta la sera ed io ad un tratto l'avevo chiamata stronza e le dissi che le persone come lei le uso solamente per ricevere emozioni, Marika ci rimase male e voleva andarsene ma io la pregai di rimanere, non ce l'avrei fatta a vederla andare via, e così ci mettemmo a ballare il tango sotto la facciata di San Francesco, lo si udiva provenire dal locale vicino. La baciai nel pub vicino casa sua, mentre facevo questo feci cadere per terra il calice di vino, il quale esplose sotto di noi, tintinnando tra le nostre labbra avvinghiate tra di loro.
Andammo a casa mia per bere altra birra, poi giocammo a "strip freccette", ossia chi perdeva giocando a freccette doveva spogliarsi, io vincevo e la prendevo in giro e lei non voleva saperne di togliersi il reggiseno, la stronza! Poi, più tardi, ci eravamo infilati nella vasca da bagno e lì, mentre l'acqua scorreva, ci baciavamo dolcemente.
Lasciammo gli asciugamani appesi e ci intrufolammo nel letto della mia coinquilina.
Fu appena prima di addormentarci, mentre tenevo le dita della mia mano tra le sue, sopra il suo ombelico, che avevo capito che lei era troppo... davvero troppo per me!
Quel mattino se ne andò, senza nemmeno un bacio, solo un lieve sorriso forzato, io la salutai alla stessa maniera, indolente, quando chiusi la porta mi assalì un'orribile sensazione, mi accorsi di avere la gola gonfia, mi sentii improvvisamente vuoto e svogliato, come se si allontanò  qualcosa che non doveva allontanarsi, che in un modo o nell’altro avrei dovuto tenermi stretto ad ogni costo.

Avrei potuto dirle che c'era un nido di piccioni che si vedeva dalla finestra di camera mia, due finestre di sotto, dietro il box del ventilatore dell'aria condizionata, nascosti dal traffico inarrestabile di via Andrea Costa. Avrei potuto farle notare che si vedevano i pulcini sbracciare le ali.

venerdì 18 dicembre 2015

Boh, pensieri.

La carne è ciò che in un certo senso attrae. Quello che è motivo di attrazione sono le due forme ravvicinate, come i glutei, come i seni, una delle due forme proietta un'ombra sull'altra forma, soprattutto se questa carne viene posta sotto una certa luce, mettendo quindi in ombra ciò che non è visibile, lasciando immaginare un intero universo, un mondo inesplorato e quindi attraente.
Sono proprio quelle fenditure a lasciare intravedere e immaginare quel mondo inesplorato, è l'ombra proiettata da una forma su di un'altra forma che lo amplifica, e l'ombra che lo nasconde diventa emblema di erotismo, di seduzione.

domenica 29 novembre 2015

Ahi! L'inverno!

Stasera mi sento di dover scrivere un po', e per farlo uso questo blog. Sarà perché ogni volta che scrivo un post non finisce direttamente su facebook, a meno che non sia io a condividerlo, così mi sento libero di poter scrivere quello che voglio senza sentirmi giudicato. Più che altro osservato, ed eventualmente compatito, che è una cosa che davvero non sopporto. Gli unici lettori qui sono quelli iscritti a google+, credo, ma per la maggior parte non li conosco e quindi mi va bene così.
Vabbè, cominciamo...
E' stata una settimana abbastanza pesante, vediamo se mi riesce di raccontarla.
Martedì sera sono stato a una cena, mi sono ubriacato come non facevo da tempo e a fatica sono riuscito a guidare fino a casa. Il giorno dopo volevo morire, volevo vomitare tutto quanto avevo bevuto e mangiato a quella cena, ma proprio non mi riusciva. La sera comunque tutto si è lentamente dissipato.
I giorni seguenti sono cominciate le sofferenze: borborigmi intestinali, flatulenze, bruciore dove non batte il sole, gli stessi disturbi che avevo cominciato ad accusare quest'estate e che poi mi erano quasi del tutto scomparsi. Quindi l'inquietudine ha preso il sopravvento, complice l'intestino che non mi dava pace sono andato a sbirciare internet, a digitare i sintomi che accusavo e naturalmente sono uscite tutte le liste di malattie croniche e più debilitanti.  Due giorni dopo sono andato di corsa dal medico chiedendogli se dovessi fare controlli, andare da uno specialista, da un chirurgo, dire l'addio a pranzi pepati, birra, nocini, pizza, caffè e tutte le porcherie indispensabili per un essere umano. Ma lui mi ha prescritto solo riso in bianco. Checcazzo! Riso in bianco??? Ma io sto per morire!
Ovviamente la sua diagnosi non mi è bastata. Sarà perché vivo a braccetto con depressione e ipocondria, e che l'inverno è la stagione migliore per queste due creature, ho continuato a sfogare la mia sete di diagnosi nel web.
Ora, dopo pochi giorni sento che se vado avanti di questo passo rischio una nuova depressione, anche perché questo maledetto intestino continua a brontolare, chissà se con la scrittura e l'ironia io possa affrontare tutto questo. Non mi sembra molto al momento. Ma in ogni caso ci si prova.

venerdì 20 novembre 2015

Su Parigi e le altre terribili stragi.

C'è da scrivere, far sapere a tutti quello che si tiene dentro, anche se non si ha tanta voglia.
Esternare è la parola d'ordine.
Una settimana fa c'è stato un grande attentato a Parigi, dal quale ne sono conseguiti altri in tutto il mondo, come nel Mali questa mattina.
Non sono bravo a parlare e scrivere seriamente di tragedie. Difatti mi sono rifiutato di dire la mia su facebook in tutti questi giorni, e comunque qualsiasi cosa avessi pensato o detto avrei detto sicuramente una cazzata. Tra l'altro questo attentato ha reso facebook insopportabile, tutti si sentivano in dovere di dire la propria, sia sul piano religioso che quello politico, per non parlare del complottismo dilagante. Mi parevano tutti esperti di geopolitica, e qualsiasi pensiero veniva esternato in maniera patetica, urlata, e mai sobria.
Insomma le mie aspettative e speranze in un rispettoso silenzio verso le vittime si è dileguato la sera stessa, e per diversi giorni ho letto di tutto in quel maledetto social network. Come una grandissima e insopportabile caciara.
Devo ricordarmi, alla prossima tragedia, di bloccare facebook per almeno tre giorni.
Per quanto riguarda le stragi è terribile, credo che il mondo stia prendendo una brutta piega.

Valentina Nappi

Non potevo che dedicare un po' del mio tempo alla meravigliosa Valentina!




domenica 25 ottobre 2015

Pue

E' un po' di tempo che non pubblico nulla sul blog, sono stato molto occupato con Zucco, il mio personaggio, negli ultimi tempi. A proposito, se ancora non avete messo "mi piace" alla sua pagina fatelo adesso.
Dicevo, non ho avuto molto tempo di aggiornarlo. Beh, non è che siano successe molte cose, la vita scorre praticamente in maniera piatta, non succede mai nulla. Ma forse è meglio così, in questo modo dedico maggior tempo al disegno, all'arte, ecc.
Forse, a volte, ho la sensazione di stare correndo su una ruota come un criceto,  ma è un momento così, cioè un momento "basso". Capita, di avere i momenti bassi, ovviamente alternati agli alti.



venerdì 7 agosto 2015

Sosta in Autogrill.

La rabbia è come la sabbia, si sedimenta a poco a poco nel tuo organismo e rimane lì per sempre, riaffiora nei momenti di sconforto e non c'è modo di dimenticare chi te l'ha provocata. E' come una sostanza tossica che non va più via.
Ricordo ancora il periodo in cui ho lavorato in Autogrill, ricordo perfettamente tutti i litigi con i clienti, ricordo anche le loro facce; quando mi prendevano a male parole non ero in grado di dare risposte veloci. Forse ero ancora troppo giovane, rimanevo troppo basito da tutta quell'ignoranza a cui non ero abituato e non sapevo come reagire.
Tuttavia certe cose prendono una piega positiva, ed è così che dopo quell'esperienza lavorativa mi misi a disegnare un fumetto ambientato proprio in Autogrill. In un certo senso fu una sorta di vendetta, e per giunta non una vendetta amara. La storiella difatti è divertente, ironica, e nello stesso tempo mette in luce uno spietato ritratto di noi italiani, della nostra cafonaggine, grettezza e stupidità. Probabilmente con quella storia avevo ottenuto il mio riscatto, avevo vinto, divorando un'esperienza lavorativa e trasformandola in una piccola opera d'arte.
Certe volte non ringrazierò mai abbastanza il mio cosiddetto talento che mi permette di ottenere le mie vendette in questo brutto posto chiamato mondo.

Se volete leggere quel fumetto, cliccate su questo link.

http://www.verticalismi.it/sosta-in-autogrill/

giovedì 30 luglio 2015

Vanessa Castillo

Arriverà il giorno in cui avrò disegnato tutte le donne del web, tutte, sia quelle su facebook, che su twitter, badoo, tagged, tutte le donne italiane, tedesche, francesi, inglesi, americane, arabe, giapponesi, thailandesi, filippine, indonesiane, donne belle, brutte, magre, grasse, tettone, muscolose, alte e basse. E quando quel giorno arriverà potrò guardare indietro e dirlo finalmente: sono un po' stanchino. Già, perché avrò corso come Forrest, avrò usato il mio talento per omaggiare tutte queste bellezze, rimanendo squattrinato, affamato di soldi, di amicizie, di amore e costantemente deluso dalla vita.
Ma volete mettere tutte queste cose con i miei fogli riempiti di inchiostro?
Sono un po' troppo vanesio ultimamente. Lo ammetto.



domenica 7 giugno 2015

Zucco

Da qualche mese ho dato vita a uno dei miei personaggi storici, Zucco.
Nato nella mia mente quasi 15 anni fa, ha preso forma solo ora.
Zucco è un irriducibile marpione, la sua esistenza è sancita proprio dalla sua marpionaggine, la quale lo mette nella condizione di dover subire tutte le angherie dell'universo femminile a causa dei suoi continui tentativi di seduzione
Ho disegnato circa una ventina di strips. Da quel che vedo è abbastanza apprezzato, dato che aumentano di giorno in giorno i like.
Vi consiglio di fare un salto sulla pagina e mettere il mi piace, se amate distrarvi con una risata.

Qui il link:

https://www.facebook.com/pages/Zucco/317183815145067?fref=ts



venerdì 15 maggio 2015

Sonya Gilli, olio su tela, 150 x 100.


Giornate intense.

Ho ripreso in mano i pennelli in quest'ultimo periodo, la pittura rende le giornate meno frenetiche, l'olio e i suoi interminabili momenti di asciugatura allungano le attese dei risultati, quindi tutto ciò mi porta a vedere e rivedere l'opera, che a poco a poco cresce e diventa la creatura che - in parte - avrei voluto.
Un po' come la scrittura, nonostante ad un certo punto essa scorre fuori dai binari preimpostati e diventi un'entità a sé.
Ultimamente ho avuto giornate intense, dall'arrivo di un amico che non vedevo da tempo, il quale è poi rimasto qualche giorno, all'evento creatosi intorno al graffito che mi hanno commissionato i fan di Ligabue, con tanto di visita del cantante. Non ero preparato a tanta notorietà per un giorno, l'evento è stato pubblicato su numerosi quotidiani, sia locali che nazionali. Mi hanno chiamato per due interviste al telefono. Io ero imbarazzatissimo, avevo addirittura il terrore di uscire di casa. Volevo rifugiarmi nel mio piccolo mondo di ogni giorno, che per una giornata è stato assediato da sguardi estranei.
Credo che se anche ne avessi le capacità non potrei mai essere una rockstar, o un attore famoso, non reggerei lo stress di gente che curiosa nella tua vita, che cerca di capirti, decifrarti, interpretarti. Diventerei pazzo.
Ora è passato qualche giorno, l'ansia e tachicardia sono svanite, vedo tutto con più lucidità e non posso che ritenermi pienamente soddisfatto dell'evento.
Ci vorrebbe una bella sbronza per festeggiare come si deve, una di quelle ubriacature liberatorie dopo i numerosi fallimenti passati, come fosse una sorta di rito per il successo passeggero, in modo d'augurarsene un altro. Oddio, una sbronza sbronza magari no, non reggerei il mal di testa del giorno dopo, opterei più per una copiosa bevuta in compagnia.
Scriverei tutto questo anche su facebook se non ci fosse gente che polemizza su tutto e occupa i tuoi spazi senza chiedere il permesso, come se per il solo fatto di esprimere dei pensieri, soprattutto se si tratta dei tuoi, sia necessaria una risposta, un'opinione, una critica, una battuta.
Non basta leggere un pensiero, lo si deve commentare, massacrare, cambiare, farlo diventare tuo. E difatti è questo ciò che è successo al mio profilo facebook, a forza di aggiungere amici e accettare richieste d'amicizia non è più mio.
E' diventato loro.
Che ci facciano quello che vogliono allora. Tanto io ho il blog.

giovedì 26 febbraio 2015

Natasha


Il tempo uccide il tempo.

E' tanto tempo che non scrivo. Il tempo mi manca, sembra una barzelletta ma è vero. Il fumetto è quel buco nero che più assorbe il mio tempo, maledetto il giorno in cui ho iniziato a farli. Ma ormai sono su questa maledetta barca e arrivo in fondo, vada come vada. Anche con il rischio di rimanere in mezzo alla strada. Vorrei scrivere più spesso ma non mi è possibile, la scrittura è quella cosa del tipo bisbigliare a se stessi ciò che si sta facendo e si dovrebbe o vorrebbe fare, quasi come se un amico ti stesse parlando e in realtà sei te stesso. Vorrei scrivere di più, giusto per avere una guida, per non rimanere completamente sbrigliato,.
Quando hai un amico sulla spalla tutto diventa più semplice, sotto certi aspetti.
La giornata fuori è bruttina, le nuvole coprono tutto, però si respira un'aria che quasi suggerisce l'arrivo imminente della primavera. Ma forse è solo una sensazione mia.

lunedì 9 febbraio 2015

Tempo.

In questo periodo non ho quasi più tempo per leggere e scrivere. Ciò mi rammarica molto, perché in un certo senso non riesco a dare nutrimento alla mente. Ma devo andare avanti, continuare la strada che ho iniziato a percorrere.
Il disegno occupa tutto lo spazio temporale possibile, come se esigesse il massimo delle attenzioni, il massimo delle cure. Il tempo è tiranno, il disegno ancor di più.
Vorrei potermi fermare ogni tanto, navigare nella lettura di un libro, divagare, andare in altri luoghi di altri mondi.
Riuscirò a farlo un giorno, quando tutti questi fottuti disegni saranno finiti?

domenica 11 gennaio 2015

Gli amici del bar.

Ogni tanto mi viene in mente i periodi in cui uscivo con gli amici del bar, quelli che avevano finito le scuole alle medie, che bestemmiavano, che votavano berlusconi, che lavoravano nelle fabbriche e che giocavano ai videopoker. Mi vergognavo di loro, quando incontravo un "collega" artista o fumettista e loro erano con me facevo di tutto per non farli parlare, parlavo io per loro. Ma era raro che incontrassi un collega, infatti quando si vive in un paese ci si sposta raramente per incontrare la mondanità.
Adesso come adesso se dovessi rimpiangerli c'è una cosa in particolare che rimpiango profondamente: la totale mancanza d'ipocrisia. Con loro respiravo una genuinità quasi fanciullesca, non ci sentivamo superiori a nessuno, vivevamo senza rabbia e senza frustrazioni, la spensieratezza era la nostra arma. Soprattutto - ripeto - non c'era traccia di quell'ipocrisia che nel mondo in cui vivo, il mondo dell'arte, scorre a fiumi.

lunedì 5 gennaio 2015

Rene Love

Rene Love è una "busty model", così si fa definire. L'ho contattata tramite facebook, ho cercato qualche sua foto e l'ho disegnata. Questo è il risultato, a lei è piaciuto.



Oggi il sole sembra particolarmente intenso, più del solito, non sembra affatto una giornata di gennaio.
Ho appena letto che è morto Pino Daniele, non me lo sarei mai aspettato, non sembrava una persona in procinto di morire. Non sono mai stato un suo grande fan, la sua musica mi piaceva molto, sì, ma non l'ho mai cercata su youtube e non l'ho mai messa tra le mie priorità. Diciamo che lo stimavo come musicista, dava maggior lustro a Napoli dopo lo scempio dei neomelodici. Non sono riuscito ad evitare pensieri fetidi di cui spesso mi vergogno, del tipo: "Perchè lui e non Gigi D'Alessio?"
Ora mi metto a disegnare, devo finire la copertina di un fumetto erotico e dopo dovrò riprendere in mano il fumetto che sto facendo, Le stagioni del tabacco.

domenica 4 gennaio 2015

Scultorea.

Da quando ho cominciato a perfezionare il mio segno, a rendere le texture della pelle, delle ombre, il tempo dedicato al disegno è cambiato drasticamente. Il tempo richiesto per ogni disegno si è allungato di ore, a volte per un solo disegno posso impiegare diverse giornate. Inoltre non riesco più a farne a meno di questi segni, sembra quasi che la mia mano parta in automatico laddove c'è bisogno di ombre, di dare la forma all'immagine.


venerdì 2 gennaio 2015

Victoria Lomba

Qui ho disegnato una di quelle dee dal fisico da sballo che da sempre sono fonte di ispirazione per la mia matita. Victoria Lomba è una modella di fitness proessionista, ho la sua amicizia su facebook e ogni tanto posso vedere i suoi aggiornamenti. Tempo fa avevo trovato questa sua foto e non ho saputo resistere, ho dovuto disegnarla.



giovedì 1 gennaio 2015

Discorso di inizio anno.

Cerco di sforzarmi di scrivere, non è facile quando è da giorni che non lo si fa e tutta la scorrevolezza della scrittura rimane rattrappita.
Il nuovo anno è iniziato, fuori c'è un sole che trasmette ottimismo, e nonostante i primi problemi legati alla tecnologia siano già comparsi mi sembra un'ottima giornata.
Non credo ci sia molto da dire, non sopporto leggere tutte tutte quelle frasi fatte e filastrocche sull'anno nuovo, si rischia sempre di essere troppo retorici, patetici, di non essere infine coerenti con la propria scrittura. E allora cerco di dire qualcosa di eclatante ma senza darlo troppo a vedere, di dare una sorta di saluto a questo periodo di tempo lungo 365 giorni.
Potrei farlo alla maniera mia, parlando di cose che non c'entrano nulla ma che comunque fanno brodo. Che poi questo brodo è molto più interessante di ciò che c'è dentro. E poi diciamocelo, qualsiasi discorso fatto per uno specifico obbiettivo appare molto più vuoto, falso, di uno in cui ci si lascia andare buttando fuori parole e seguendo le proprie sensazioni.
Una cosa sensata comunque la vorrei dire: le cose e persone che mi sono lasciato nel 2014 non le rimpiango. Poi sarò il primo che si farà intomellare di nuovo il giorno in cui ricompariranno sul mio cammino, ma questo è un difetto su cui dovrò lavorarci su.
Ora sto già disegnando, il disegno è il filo conduttore di tutto questo, e del mondo che mi sono creato, è la corda che tiene uniti tutti gli anni, dal primo all'ultimo. Anche quando ero troppo piccolo per disegnare in realtà disegnavo, lo facevo con altri mezzi, tuttavia era sempre una forma di disegno.
Buon 2015.