venerdì 15 maggio 2015

Giornate intense.

Ho ripreso in mano i pennelli in quest'ultimo periodo, la pittura rende le giornate meno frenetiche, l'olio e i suoi interminabili momenti di asciugatura allungano le attese dei risultati, quindi tutto ciò mi porta a vedere e rivedere l'opera, che a poco a poco cresce e diventa la creatura che - in parte - avrei voluto.
Un po' come la scrittura, nonostante ad un certo punto essa scorre fuori dai binari preimpostati e diventi un'entità a sé.
Ultimamente ho avuto giornate intense, dall'arrivo di un amico che non vedevo da tempo, il quale è poi rimasto qualche giorno, all'evento creatosi intorno al graffito che mi hanno commissionato i fan di Ligabue, con tanto di visita del cantante. Non ero preparato a tanta notorietà per un giorno, l'evento è stato pubblicato su numerosi quotidiani, sia locali che nazionali. Mi hanno chiamato per due interviste al telefono. Io ero imbarazzatissimo, avevo addirittura il terrore di uscire di casa. Volevo rifugiarmi nel mio piccolo mondo di ogni giorno, che per una giornata è stato assediato da sguardi estranei.
Credo che se anche ne avessi le capacità non potrei mai essere una rockstar, o un attore famoso, non reggerei lo stress di gente che curiosa nella tua vita, che cerca di capirti, decifrarti, interpretarti. Diventerei pazzo.
Ora è passato qualche giorno, l'ansia e tachicardia sono svanite, vedo tutto con più lucidità e non posso che ritenermi pienamente soddisfatto dell'evento.
Ci vorrebbe una bella sbronza per festeggiare come si deve, una di quelle ubriacature liberatorie dopo i numerosi fallimenti passati, come fosse una sorta di rito per il successo passeggero, in modo d'augurarsene un altro. Oddio, una sbronza sbronza magari no, non reggerei il mal di testa del giorno dopo, opterei più per una copiosa bevuta in compagnia.
Scriverei tutto questo anche su facebook se non ci fosse gente che polemizza su tutto e occupa i tuoi spazi senza chiedere il permesso, come se per il solo fatto di esprimere dei pensieri, soprattutto se si tratta dei tuoi, sia necessaria una risposta, un'opinione, una critica, una battuta.
Non basta leggere un pensiero, lo si deve commentare, massacrare, cambiare, farlo diventare tuo. E difatti è questo ciò che è successo al mio profilo facebook, a forza di aggiungere amici e accettare richieste d'amicizia non è più mio.
E' diventato loro.
Che ci facciano quello che vogliono allora. Tanto io ho il blog.

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