domenica 11 gennaio 2015

Gli amici del bar.

Ogni tanto mi viene in mente i periodi in cui uscivo con gli amici del bar, quelli che avevano finito le scuole alle medie, che bestemmiavano, che votavano berlusconi, che lavoravano nelle fabbriche e che giocavano ai videopoker. Mi vergognavo di loro, quando incontravo un "collega" artista o fumettista e loro erano con me facevo di tutto per non farli parlare, parlavo io per loro. Ma era raro che incontrassi un collega, infatti quando si vive in un paese ci si sposta raramente per incontrare la mondanità.
Adesso come adesso se dovessi rimpiangerli c'è una cosa in particolare che rimpiango profondamente: la totale mancanza d'ipocrisia. Con loro respiravo una genuinità quasi fanciullesca, non ci sentivamo superiori a nessuno, vivevamo senza rabbia e senza frustrazioni, la spensieratezza era la nostra arma. Soprattutto - ripeto - non c'era traccia di quell'ipocrisia che nel mondo in cui vivo, il mondo dell'arte, scorre a fiumi.

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