giovedì 26 dicembre 2013

Sedarsi piano piano.

Mi sento di dover scrivere tante cose, ma poi mi riduco a non scriverne nemmeno una, è un po' come quando accumuli rifiuti nel sacco della spazzatura e poi non la getti mai, fino al momento in cui non se ne rovescia un po' per terra, dal tanto che è piena. Ecco, io a un certo punto potrei rovesciare parole, frasi, incazzature, angosce, tutte in una volta.
Chi è che diceva che non c'è miglior sedativo della scrittura, forse nessuno, forse l'ho pensato io dopo averlo letto da qualche parte e non lo ricordo.
Alla fine per me non è solo un sedativo, a volte la uso per costruirmi barche con le quali navigare sui mari che mi separano dai desideri, solo per avvicinarmici un poco e immaginare di realizzarli, e di stare a vedere che succede una volta realizzati, senza nemmeno ricevere le delusioni della realtà. Sì, la scrittura è anche questo, è tante cose, ma chi se ne frega.
Alla fine è uno strumento che abbiamo inventato noi, che ci fa navigare sui nostri desideri, è vero, ma poi si ritorna sempre a riva disillusi, e si è di nuovo al punto di partenza.

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